Note di regia

Consigli pratici per mettere in scena uno spettacolo teatrale .

Per la realizzazione di uno spettacolo teatrale è necessario seguire alcune semplici, ma basilari, regole, così da far arrivare al pubblico in modo chiaro e leggibile ciò che si è voluto rappresentare. Bisogna tener presente alcuni punti fondamentali che riguardano sia la tecnica di recitazione di base sia quella relativa all’interpretazione, due cose entrambe importanti quando si mette in scena un lavoro, in modo particolare quando ha a che fare con attori non professionisti.

Alcuni consigli su come “far muovere” gli attori sulla scena perché il nostro spettacolo diventi coinvolgente e il messaggio arrivi chiaro e con grande forza comunicativa al pubblico.

1) LEGGERE IL COPIONE A VOCE ALTA e, dopo averlo ben compreso in ogni sua sfumatura, impararlo subito a memoria, in modo da potersi dedicare meglio al “come dire le frasi”, anziché a “quello che si deve dire”.

2) Nel momento in cui si comincia a provare in palcoscenico, il regista abbia cura di mettersi lontano dal proscenio, cosicché l’attore sarà costretto a PARLARE A VOCE ALTA E BEN SCANDITA (senza mangiarsi le parole) se vorrà farsi sentire e far capire ciò che dice.

3) IL MOVIMENTO SCENICO sia sempre ARMONIOSO, NATURALE e GIUSTIFICATO (ovvero abbia una ragion d’essere: guai a far muovere un attore senza una motivazione che abbia un senso); evitare il movimento contemporaneo di due o più persone (a meno che non si tratti di un movimento coreografico) specialmente quando qualcun altro è “in battuta”: ricordate che l’occhio dello spettatore segue subito il movimento, distraendo perciò l’attenzione da chi parla.

4) CONCENTRARE L’ATTENZIONE SULL’ATTORE IN BATTUTA, appunto evitando che gli altri personaggi in scena facciano delle controscene troppo vistose, perché questo distrae da ciò che si sta dicendo.

5) GLI SPAZI SCENICI vanno riempiti il più possibile, quindi non ammassare gli attori, ma distribuirli per tutta la scena aprendola, evitando accuratamente gli impallamenti cioè facendo in modo che un attore non venga coperto da un altro (è uno degli errori più frequenti…).

6) Evitare, se possibile, LA DISPOSIZIONE DEGLI ATTORI in fila, ma prediligere i gruppi ordinati su più piani; se un personaggio dice cose molto importanti è bene che sia evidenziato in primo piano, anziché in fondo alla scena o mescolato nella massa!

7) È importante anche LA POSIZIONE DI CHI RECITA RISPETTO AL PUBBLICO. È bene evitare che gli attori recitino di spalle quando pronunciano le battute (per un problema fondamentalmente acustico), ma sistemarli rivolti verso il pubblico, di profilo o di tre quarti (non è bene farli recitare frontalmente al pubblico, se non quando gli altri personaggi in scena non devono sentire, o quando declamano poesie o altro).

8) Mantenere nel dialogo la maggior naturalezza possibile per quanto riguarda IL MOVIMENTO DEL CORPO E DELLE BRACCIA, senza eccedere o gesticolare inutilmente: questo porta a distrarre il pubblico da quello che si sta dicendo (a questo scopo è bene trovare qualcosa da “far fare alle mani“, come appoggiarsi a una sedia, sorreggere un oggetto o muoverlo in modo appropriato…).

9) EVITARE LE AZIONI TROPPO DIDASCALICHE per esempio: parlare del cielo e indicare in alto, o parlare della terra ed indicare in basso, ma trovare movimenti più fantasiosi che possano servire anche da stimolo inventivo.

10) Nella recitazione, per tenere viva l’attenzione del pubblico, è fondamentale MANTENERE UN RITMO ELEVATO, senza tempi morti, anticipando i movimenti scenici durante e non dopo le battute di presentazione, per esempio: invece di annunciare: “Ecco a voi il sig. Tizio!” e far seguire alla presentazione l’ingresso del sig. Tizio, possiamo anticipare: “Ecco a voi…” e subito far entrare in scena il Sig. Tizio mentre si prosegue la presentazione concludendo: -“il Sig. Tizio “, così da consumare il movimento durante la prima parte della battuta, evitando il tempo morto dell’ingresso.

11) Sempre allo scopo di mantenere il ritmo, si consiglia l’utilizzo di MUSICHE DI SCENA che possano coprire eventuali momenti statici in cui nessuno parla.

12) Per quanto possibile, è importante far sì che LE BATTUTE FLUISCANO UNA DOPO L’ALTRA, senza correre, in un modo armonioso e naturale e senza buchi . Questo è un problema frequentissimo nelle recite amatoriali, che dà un senso di pesantezza anche allo spettacolo più divertente.
Recitare non è solo dire, parlare a un pubblico, ma condividere messaggi, emozioni e pensieri… Questo non può avvenire in maniera spontanea, ma richiede un lungo e importante lavoro sui personaggi e sul testo da mettere in scena.

13) Nell’assegnazione dei ruoli da far interpretare, non è utile semplificarsi la vita dando alla persona  timida il ruolo del timido e a quello vivace  il ruolo di vivace.  Per quanto possibile, sarebbe bene FAR INTERPRETARE AGLI ATTORI RUOLI LONTANI DAL LORO MODO DI ESSERE, proprio per far capire che si sta recitando e che quindi è necessario fare o essere un personaggio, di conseguenza si può fare ed essere tutto ciò che si vuole.

14) LO STUDIO DEL PERSONAGGIO È IMPORTANTISSIMO: ogni attore deve conoscere il personaggio che interpreta, il suo ruolo, cioè chi è, da dove viene, dove va, cosa fa, cosa pensa, ecc. Può essere molto utile e interessante far scrivere a ciascuno la storia del proprio personaggio, partendo dai dati che fornisce l’autore attraverso il racconto e inventando caratteristiche nuove, ma coerenti con quelle conosciute.

15) È bene DARE A TUTTI I PERSONAGGI, ma in particolar modo ai ruoli minori, DELLE CARATTERIZZAZIONI NETTE, precise, che si possono costruire in vario modo. Ecco alcuni consigli:

  • il modo di parlare (difetti di pronuncia, dialetti, balbuzie…),
  • il modo di muoversi (movimenti dinoccolati, tic nervosi, un braccio ingessato…),
  • il modo di presentarsi (un abito particolare, un oggetto da cui non ci si separa mai, un oggetto di cui si fa un uso diverso da quello abituale…).

Perché CONCENTRARSI SUI RUOLI MINORI? Perché vedersi assegnare poche battute può, per alcuni, equivalere a sminuire la propria importanza come attore, mentre è necessario far capire che “non esistono ruoli minori”, e quindi anche da una piccola parte, quando è ben lavorata ed eseguita, si possono avere tante belle soddisfazioni. Per fare bene i ruoli minori bisogna essere più bravi! È una verità.

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16) Nel lavoro teatrale  è importante per prima cosa SCHEMATIZZARE I PUNTI SALIENTI DEL LAVORO che si va a interpretare: la situazione scenica ed il suo perché, ovvero:

  • Qual è l’importanza della scena che bisogna recitare nel contesto generale?
  • Perché quella scena è fondamentale allo sviluppo dell’intera vicenda?
  • Si può fare a meno di quella scena?

È compito del regista trovare le risposte a queste domande e spiegarle ai affinché vi sia una maggiore comprensione della situazione. E se le motivazioni a mettere in scena una determinata situazione non ci sembrano sufficienti? Allora è possibile agire in due modi: tagliare la scena, perché ritenuta inutile, oppure usare la fantasia e trovare altre, nuove motivazioni coerenti. Di solito è preferibile questa seconda strada.

17) È compito del regista COORDINARE IL LAVORO INTERPRETATIVO DEI SINGOLI RUOLI, affinché tutto concorra a un unico e specifico scopo: quello di far comprendere al pubblico in modo semplice e leggibile, ciò che lo spettacolo vuole dire, sia l’intreccio del racconto in quanto tale, sia il suo significato più nascosto, simbolico, allegorico, morale, ecc.

18) È importante, per raggiungere lo scopo descritto sopra, NON INTRODURRE SCENE CHE POCO HANNO A CHE VEDERE CON IL FINE ULTIMO DELLO SPETTACOLO, distogliendo troppo l’attenzione dal percorso prefissato e rischiando così di creare solo confusione.

19) Non sottovalutare, nel percorso, l’uso delle LUCI DI SCENA, che andranno provate prima, non all’ultimo momento come, purtroppo, quasi sempre accade. Quando si ha a disposizione un impianto luci discreto, si possono sfruttare numerose strategie per sottolineare i momenti importanti, per caratterizzare situazioni o personaggi, per creare effetti visivi (luci-ombre) che arricchiscono la rappresentazione.

20) È importante INSEGNARE A PRENDERE LE LUCI, per non rischiare che si trovino in ombra mentre si fanno o dicono delle cose importanti, perché ciò vanificherebbe il lavoro. Mettere in scena un personaggio con una luce piuttosto che con un’altra può modificare tantissimo l’espressività del personaggio stesso.

21) IL LAVORO SUI COSTUMI E SULLE SCENE deve essere sempre coerente al testo, e come già accennato in precedenza, giustificato. Non c’è bisogno di grandi allestimenti scenici, particolarmente realistici, piuttosto è bene far lavorare gli attori con la fantasia, per creare con semplici elementi identificativi gli ambienti. Spesso è sufficiente una sedia o un tavolo per fare una stanza; se sul tavolo c’è un vaso di fiori capiremo di essere in un ambiente sereno, se invece il vaso ha dei rami secchi, capiremo che il luogo non è così accogliente; basta poco per far capire, perché il teatro è incanto, è sogno, è fantasia, e non deve far vedere, ma deve suggerire, stimolare. Riflettendo in quest’ottica, potrete capire e far capire quanto le luci e la musica siano importanti.

Questi i consigli “base” per poter avviare con serenità e sicurezza una rappresentazione  teatrale.
Ricordate, però, che molto sta nell’inventiva, nella capacità di vedere e di ascoltare i suggerimenti, anche inconsci, che spesso vengono dagli attori stessi, e che a volte ci rivelano nuove prospettive.

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